giovedì 13 settembre 2012
mercoledì 12 settembre 2012
martedì 11 settembre 2012
CEMENTO NATURALE
La più antica forma di calcestruzzo conosciuta risale al 5600 a.c. in medio oriente.
Gli egiziani( XXVI a.c.) usavano mattoni seccati al sole realizzati con paglia mescolata all’argilla; quest’ultima era usata anche come legante nelle murature.
Nella costruzione delle piramidi usarono, come leganti, gesso e calcina ( calce mescolata ad arena).
L’argilla fu usata in Sardegna come intonaco impermeabilizzante nei nuraghi neolitici( XX a.c.). I Fenici già nel X secolo a.c. usarono un legante resistente all’acqua per intonacare le cisterne.
I greci cretesi e di Cipro nell’ottavo secolo a.c. usavano malte di calce, mentre i Babilonesi ed i Siriani usavano il bitumen per costruire murature in pietre e mattoni.
Gli antichi greci usavano anche calcare calcinato, mentre i romani fecero il primo calcestruzzo mescolando calce, come collante, con polvere di mattoni e ceneri vulcaniche. Questo calcestruzzo insieme alle pietre fu usato nella costruzione di
strade, edifici ed acquedotti.
È documentato, a Roma intorno al 300 a.c., l’uso di un conglomerato di calce e pietre per la costruzione di opere come l’acquedotto Appio e la via Appia.
Quando il legante della malta era costituito da sola calce l’indurimento del calcestruzzo avveniva molto lentamente in seguito alla reazione della calce, Ca(OH)2, con l’anidride carbonica presente nell’aria (CO2) e alla conseguente produzione di carbonato di calcio (CaCO3). Questo processo d’indurimento, fortemente legato al grado di penetrazione dell’aria, risultava tanto più scadente
quanto più compatta ed impenetrabile era la barriera offerta dai parametri in pietra o mattoni.
Vitrurio nel De Architectura ha descritto le tecniche costruttive e le malte usate dai romani. Nelle costruzioni romane, i parametri in mattoni o in pietra, che fungevano da casseri a perdere, venivano riempiti di malta all’interno della quale venivano poi conficcati a mano rottami di pietra e mattoni costipati con una mazza di ferro. La malta era costituita da sola calce o da calce e pozzolana.
La pozzolana, un particolare tipo di sabbia vulcanica cavata vicino Pozzuoli, fu usata per costruire importanti edifici come il pantheon o il colosseo che ancora resistono alle ingiurie del tempo.
Il legante ottenuto mescolando la pozzolana alla calce (la “rena di Cuma”dell’opera De Architectura di Vitruvio) fu un grande progresso nelle costruzioni in calcestruzzo.
La miscela calce-pozzolana poteva indurire in assenza di CO2 con una velocità molto maggiore di quella richiesta dal processo di carbonatazione della calce. Oggi sappiamo che la pozzolana è un materiale inorganico, prevalentemente costituito da silice (SiO2) e da alluminia (Al2O3) mal cristallizzate o completamente amorfe. Essa è in grado di provocare l’indurimento della calce e di rendere il conglomerato indurito resistente all’azione dell’acqua grazie alla formazione, per reazione della calce con la silice e l’alluminia, dalla pozzolana di silicati di calcio idrati (CaO-SiO2- H2O) e alluminai di calcio idrati (CaO-Al2O3-H2O).
Plinio ha descritto una malta di calce e sabbia (una parte di calce per quattro di sabbia), e Marco Vitruvio Pollione (I secolo a.c. ) descrisse una mistura di pozzolana e calce (due parti di pozzolana ed una di calce) della quale sono descritte anche le sue proprietà cementizie. La descrizione delle modalità di produzione della calce e del suo uso, mescolata con sabbia, come legante per l’edilizia appare nuovamente nell’enciclopedia “ De proprietatibus rerum” (1230) del frate francescano Bartolomeo de Granville, detto Angelico.
Dal quindicesimo secolo, i costruttori veneziani usarono la calce nera dellAbetone che è simile alla pozzolana.
Nel 1499 Fra Giocondo usò la pozzolana e sabbia nella malta per il molo di Pont de Notre Dame a Parigi.
Nel 1779 B. Higging ottenne un brevetto per cemento idraulico da usare per intonaci esterni.
Nel 1755 john Smeaton scopri, fortuitamente, che la cottura del calcare contenente impurezze di argilla produceva un tipo di calce (calce idraulica) con caratteristiche analoghe a quelle della miscela calce-pozzolana, con il vantaggio, tuttavia, di non dovere usare la pozzolana non disponibile ovunque. Smeaton usò la calce idraulica per costruire l’Eddystone Lighthouse in Cornovaglia. Inaugurato nel 1759 rimase in uso per 120 anni fino a che furono notate delle crepe nella roccia su cui poggiava.
Per paura che il faro crollasse, fu smantellato nel 1870 e ricostruito sulla terra ferma, a Plymouth Hoe dove si trova tuttora, a ricordo del suo costruttore.
Nello smantellamento del faro un troncone dello stesso rimase sulla roccia originale in quanto la malta di muratura in calce idraulica aveva formato un corpo unico con i blocchi di granito. Il tutto si può notare ancora oggi vicino al nuovo faro costruito su una roccia adiacente nel 1882.
Una volta capito che il meccanismo di reazione della calce idraulica era legato alla presenza di impurità argillose, cominciarono le sperimentazioni nella cottura di miscele artificiali di calcare ed argilla.
Nel 1796 James Parker brevettò uno speciale tipo di cemento naturale idraulico, detto cemento romano, ottenuto per calcinazione di noduli di calcare contaminati da argilla. Lo stesso processo fu usato in francia nel 1802.
Nel 1812 L Vicat preparò una calce idraulica artificiale calcinando miscele artificiali di calcare e creta (caolina).
Nel 1818 negli USA fu prodotto un cemento naturale e M. de Sain Leger ottenne un brevetto per il cemento idraulico. Nel 1822 J. Frost sviluppò una calce idraulica
artificiale chiamata cemento britannico.
Il composto responsabile della presa sia nella calce idraulica che nei cementi “artificiali” e “naturali” era la Belite che solo lentamente sviluppa la presa. Poiché
questi erano prodotti con riscaldamento inferiore ai 1250 gradi non contenevano
Alite, il composto responsabile della presa nei moderni cementi.
FONTE: http://www.cirte.eu/prodotti_bioedilizia.php
Gli egiziani( XXVI a.c.) usavano mattoni seccati al sole realizzati con paglia mescolata all’argilla; quest’ultima era usata anche come legante nelle murature.
Nella costruzione delle piramidi usarono, come leganti, gesso e calcina ( calce mescolata ad arena).
L’argilla fu usata in Sardegna come intonaco impermeabilizzante nei nuraghi neolitici( XX a.c.). I Fenici già nel X secolo a.c. usarono un legante resistente all’acqua per intonacare le cisterne.
I greci cretesi e di Cipro nell’ottavo secolo a.c. usavano malte di calce, mentre i Babilonesi ed i Siriani usavano il bitumen per costruire murature in pietre e mattoni.
Gli antichi greci usavano anche calcare calcinato, mentre i romani fecero il primo calcestruzzo mescolando calce, come collante, con polvere di mattoni e ceneri vulcaniche. Questo calcestruzzo insieme alle pietre fu usato nella costruzione di
strade, edifici ed acquedotti.
È documentato, a Roma intorno al 300 a.c., l’uso di un conglomerato di calce e pietre per la costruzione di opere come l’acquedotto Appio e la via Appia.
Quando il legante della malta era costituito da sola calce l’indurimento del calcestruzzo avveniva molto lentamente in seguito alla reazione della calce, Ca(OH)2, con l’anidride carbonica presente nell’aria (CO2) e alla conseguente produzione di carbonato di calcio (CaCO3). Questo processo d’indurimento, fortemente legato al grado di penetrazione dell’aria, risultava tanto più scadente
quanto più compatta ed impenetrabile era la barriera offerta dai parametri in pietra o mattoni.
Vitrurio nel De Architectura ha descritto le tecniche costruttive e le malte usate dai romani. Nelle costruzioni romane, i parametri in mattoni o in pietra, che fungevano da casseri a perdere, venivano riempiti di malta all’interno della quale venivano poi conficcati a mano rottami di pietra e mattoni costipati con una mazza di ferro. La malta era costituita da sola calce o da calce e pozzolana.
La pozzolana, un particolare tipo di sabbia vulcanica cavata vicino Pozzuoli, fu usata per costruire importanti edifici come il pantheon o il colosseo che ancora resistono alle ingiurie del tempo.
Il legante ottenuto mescolando la pozzolana alla calce (la “rena di Cuma”dell’opera De Architectura di Vitruvio) fu un grande progresso nelle costruzioni in calcestruzzo.
La miscela calce-pozzolana poteva indurire in assenza di CO2 con una velocità molto maggiore di quella richiesta dal processo di carbonatazione della calce. Oggi sappiamo che la pozzolana è un materiale inorganico, prevalentemente costituito da silice (SiO2) e da alluminia (Al2O3) mal cristallizzate o completamente amorfe. Essa è in grado di provocare l’indurimento della calce e di rendere il conglomerato indurito resistente all’azione dell’acqua grazie alla formazione, per reazione della calce con la silice e l’alluminia, dalla pozzolana di silicati di calcio idrati (CaO-SiO2- H2O) e alluminai di calcio idrati (CaO-Al2O3-H2O).
Plinio ha descritto una malta di calce e sabbia (una parte di calce per quattro di sabbia), e Marco Vitruvio Pollione (I secolo a.c. ) descrisse una mistura di pozzolana e calce (due parti di pozzolana ed una di calce) della quale sono descritte anche le sue proprietà cementizie. La descrizione delle modalità di produzione della calce e del suo uso, mescolata con sabbia, come legante per l’edilizia appare nuovamente nell’enciclopedia “ De proprietatibus rerum” (1230) del frate francescano Bartolomeo de Granville, detto Angelico.
Dal quindicesimo secolo, i costruttori veneziani usarono la calce nera dellAbetone che è simile alla pozzolana.
Nel 1499 Fra Giocondo usò la pozzolana e sabbia nella malta per il molo di Pont de Notre Dame a Parigi.
Nel 1779 B. Higging ottenne un brevetto per cemento idraulico da usare per intonaci esterni.
Nel 1755 john Smeaton scopri, fortuitamente, che la cottura del calcare contenente impurezze di argilla produceva un tipo di calce (calce idraulica) con caratteristiche analoghe a quelle della miscela calce-pozzolana, con il vantaggio, tuttavia, di non dovere usare la pozzolana non disponibile ovunque. Smeaton usò la calce idraulica per costruire l’Eddystone Lighthouse in Cornovaglia. Inaugurato nel 1759 rimase in uso per 120 anni fino a che furono notate delle crepe nella roccia su cui poggiava.
Per paura che il faro crollasse, fu smantellato nel 1870 e ricostruito sulla terra ferma, a Plymouth Hoe dove si trova tuttora, a ricordo del suo costruttore.
Nello smantellamento del faro un troncone dello stesso rimase sulla roccia originale in quanto la malta di muratura in calce idraulica aveva formato un corpo unico con i blocchi di granito. Il tutto si può notare ancora oggi vicino al nuovo faro costruito su una roccia adiacente nel 1882.
Una volta capito che il meccanismo di reazione della calce idraulica era legato alla presenza di impurità argillose, cominciarono le sperimentazioni nella cottura di miscele artificiali di calcare ed argilla.
Nel 1796 James Parker brevettò uno speciale tipo di cemento naturale idraulico, detto cemento romano, ottenuto per calcinazione di noduli di calcare contaminati da argilla. Lo stesso processo fu usato in francia nel 1802.
Nel 1812 L Vicat preparò una calce idraulica artificiale calcinando miscele artificiali di calcare e creta (caolina).
Nel 1818 negli USA fu prodotto un cemento naturale e M. de Sain Leger ottenne un brevetto per il cemento idraulico. Nel 1822 J. Frost sviluppò una calce idraulica
artificiale chiamata cemento britannico.
Il composto responsabile della presa sia nella calce idraulica che nei cementi “artificiali” e “naturali” era la Belite che solo lentamente sviluppa la presa. Poiché
questi erano prodotti con riscaldamento inferiore ai 1250 gradi non contenevano
Alite, il composto responsabile della presa nei moderni cementi.
FONTE: http://www.cirte.eu/prodotti_bioedilizia.php
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